Ruolo della riabilitazione funzionale

La riabilitazione funzionale rappresenta la naturale progressione da quella tradizionale e tende al recupero della funzione fisica del soggetto al livello necessario per un ritorno alle attività svolte prima dell’infortunio, in modo sicuro ed efficiente. Ciò richiede un’attenta corrispondenza fra le richieste biomeccaniche, neuromuscolari e fisiologiche del programma riabilitativo con le richieste di funzionalità fisiche del soggetto e comporta l’impiego di schemi di movimento poliarticolari, che coinvolgano più gruppi muscolari e che siano attività-specifici.

Tale tipo di riabilitazione inoltre integra i tre livelli di controllo senso motorio, come risultanza di esercizi in catena cinetica chiusa per gli arti superiori e inferiori così come per la schiena.

Fasi della Riabilitazione funzionale

Tutti gli individui sono fisiologicamente differenti e dimostrano livelli diversi di preparazione fisica, diversa capacità psicoemotiva, diversa motivazione e capacità adattativa alla riabilitazione.

Se un soggetto è stato sottoposto ad intervento chirurgico esistono divergenze nella letteratura scientifica sulla tempistica riguardo a quando permettere certe attività riabilitative.

Secondo questo principio si riconoscono quattro fasi della riabilitazione: quella iniziale, quella intermedia, quella finale e infine quella di dimissione del paziente dall’iter riabilitativo.

Prima fase

La fase iniziale di riabilitazione è in genere caratterizzata dalla presenza dei segni e dei sintomi dell’infiammazione e dalle limitazioni del movimento e del carico articolare tipici del momento postchirurgico. L’approccio sarà quello di applicare forze minime di carico e di stress articolare per proteggere i tessuti in fase di cicatrizzazione con l’obiettivo di risolvere dolore e infiammazione.

Seconda fase

La fase intermedia è caratterizzata dalla risoluzione dei sintomi e dei segni dell’infiammazione e dal recupero della motilità articolare e della capacità di carico sull’arto interessato. Gli esercizi di rinforzo e di recupero dell’equilibrio tenderanno a preparare i tessuti interessati a tollerare carichi di lavoro in alta velocità o di alto impatto recuperando la propriocettiva e il controllo neuromuscolare.

Terza fase

La fase finale è caratterizzata dall’introduzione di attività a maggior carico e a maggior velocità di esecuzione e il soggetto è avviato gradualmente verso esercizi e gesti più specificatamente sportivi.

Quarta fase

La fase di dimissione è quella nella quale il soggetto è in grado di passare a un vero e proprio allenamento specifico: in questo programma potrà essere preso in carico da un preparatore atletico che potrà seguirlo nel vero e proprio “rientro in campo”.

Attivazione muscolare riflessa

I metodi di allenamento basati sull’equilibrio e l’agilità hanno dimostrato di determinare una significativa diminuzione del tempo di reazione muscolare e più rapido inizio dello sviluppo della tensione muscolare. Basati su tali risultanze, i metodi di allenamento debbono includere esercizi di forza, equilibrio, agilità configurandosi in un vero e proprio “Complex Training” che avrà come risultato quello di migliorare la stabilità articolare come effetto della attivazione muscolare riflessa.

Attivazione muscolare discriminatoria

Le coppie di forza dei muscoli agonisti e antagonisti sono essenziali per equilibrare le forze applicate sulle articolazioni durante attività dinamiche. L’allenamento incentrato sul biofeedback procura informazioni istantanee riguardo gli schemi di attivazione muscolare ed è in grado di assistere il soggetto nella correzione conscia di scorretti reclutamenti muscolari. L’obiettivo di una tale forma di allenamento è quello di guidare il paziente da esercizi altamente cognitivi e richiami muscolari volontari verso schemi motori funzionali attività-specifici che divengono automatici e istintivi.